Non mi occupo di politica è come dire che non mi occupo della vita
Alcide De Gasperi affermava, “tutti ugualmente animati dalla preoccupazione del bene comune delle nostre patrie europee, della nostra Patria Europa”, ricominciare, senza paura un lavoro costruttivo che esige tutti i nostri sforzi di paziente e lunga cooperazione.
L’attività politica sa di avere tra le mani questo lavoro fondamentale e non rinviabile. Sappiamo che il tutto è più delle parti, e anche della loro semplice somma, per cui si dovrà sempre lavorare per allargare lo sguardo per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti noi. Oggigiorno in ogni ambiente si nota una crescente disaffezione per tutto ciò che è politica.
Si sente sempre più spesso dire fuori la politica da questo o da quell’ambito, sia esso lo sport, la scuola o altro. Per certi versi è umanamente comprensibile ma quando accade, non ci rendiamo conto che è una sconfitta per tutti, poiché vengono meno il dialogo e la cooperazione. Se c’è invece una parola che dobbiamo ripetere fino a stancarci è questa: dialogo. Siamo invitati a promuovere una cultura del dialogo cercando con ogni mezzo di aprire istanze affinché questo sia possibile e ci permetta di ricostruire il tessuto sociale.
La cultura del dialogo implica un autentico apprendistato, un’ascesi che ci aiuti a riconoscere l’altro come un interlocutore valido, ci ricorda inoltre che nessuno può limitarsi a essere spettatore né mero osservatore. Tutti dal più piccolo al più grande, sono parte attiva nella costruzione di una società integrata e riconciliata. La situazione attuale non ammette meri osservatori di lotte altrui. Al contrario, è un forte appello alla responsabilità personale e sociale. Concludiamo con le parole dello scrittore Jules Renard con le quali abbiamo iniziato “dire che non mi occupo di politica è come dire che non mi occupo della vita”.