Il passaggio a livello

chiusuraNel darvi appuntamento a domenica mattina nelle piazze di Somma vi voglio regalare una filastrocca che narra di un episodio che forse qualcuno di voi ricorderà con piacere.

Domenica fermatevi a scambiare due chiacchiere e a conoscerci.

Il cambiamento è possibile. Noi ci crediamo e voi?

 Ricordo la storia di un ragazzino
che pedalava fino a scuola ogni mattino,
volava nel sole e nel vento,
e la sua bici credeva un portento,
con la pioggia stringeva un ombrello
ma questo non faceva il suo viaggio men bello.
Semafori, salite, nulla lo fermava
solo un passaggio lo rallentava
era a livello e diceva che il treno stava arrivando,
occorreva fermarsi. Lui paziente attendeva cantando.
Un giorno un po’ strano
in cui teneva ancora un sogno per mano,
era distratto e senza pensare
il ragazzino la ruota andò a infilare
nello spazio della sbarra che il passo fermava
a chi di intrufolarsi al di sotto provava.
Passò il treno, si alzò la sbarra
e tra la gente ancor si narra
che quel mattino lui imparò a volare
e dall’alto della sua bici ne approfittò per sognare.
Ora il ragazzo un uomo è diventato
e son certa che di treni è ancora appassionato
ma se volesse fare la stessa via
troverebbe un muro che senza allegria
la strada conclude e il paese divide.

Se in bicicletta ami girare
la strada lunga ti conviene pigliare.
il sottopasso non è pensato
per chi in bicicletta si muove attrezzato.
E se la pigrizia ti ferma la gamba,
sali in macchina, ma la soluzione è un po’ stramba
se poi ti lamenti di smog e di fumi
e rimpiangi col cuore vecchi tempi e costumi.